Blog

  • 13
    Mar
    19

    catering manager, floral design, location per matrimoni, wedding graphic design, wedding photographer, wedding planner

    Da Portafoglio a Portfolio: cosa fare e cosa raccontare

    marketing matrimonio

    Ci sono nostri clienti, soprattutto all’inizio, che sono preoccupati di far vedere poco, perché temono che si percepisca l’inesperienza e lo scarso background (spoiler: tutti siamo partiti dall’inizio, chi in modo più strutturato chi meno, ma tutti ad un certo punto siamo partiti) e poi ci sono altri wedding business che sono in attività già da diverso tempo e che raccontano il problema opposto, hanno così tanto materiale che non sanno più dove cercare le foto, cosa pubblicare, e così il più delle volte non pianificano e non pubblicano niente. In pratica, restano fermi.

    In entrambi i casi, i risultati a livello di marketing latitano. Quello che nessuno si chiede, secondo noi, è il senso di quello che si pubblica. Quando scegli un lavoro da far vedere, un matrimonio da pubblicare, lo fai per te stesso o per chi ti legge?

    E cosa stai raccontando di te? Quel matrimonio ti rappresenta davvero o puoi pubblicare qualcosa che parla più di te?

    A volte, soprattutto durante la stagione dei matrimoni, riscontriamo quella che abbiamo soprannominato “ansia da weekend”. Se non pubblichi vuol dire che non stai lavorando, e cosa penseranno gli sposi del fatto che quel weekend non hai un matrimonio? E perché i tuoi colleghi lavorano e tu no?
    La domanda a cui vogliamo dare risposta oggi, però, è un’altra: come non farsi prendere da quest’ansia ma lavorare nel proprio marketing in modo consapevole?

    La risposta per noi sta nel cambiare punto di vista: alcuni matrimoni sono economicamente remunerativi ma poco interessanti, e altri invece sono più interessanti a livello di visibilità e racconto visivo. I primi li chiameremo matrimoni bancomat, i secondi matrimoni portfolio.

    È una distinzione che secondo noi esiste in tutti i lavori, e nessuno potrà mai dirvi di dire di no a un lavoro che economicamente è remunerativo: solo, scegliete di non raccontarlo. Perché non mette pienamente in luce il vostro valore aggiunto, perché non è un lavoro che vi ha soddisfatto in pieno, perché non era la coppia giusta ma l’avete capito troppo tardi. Capita a tutti, e la consapevolezza vi aiuterà a capire se e cosa potete raccontare di quel matrimonio e cosa no. E poi ci sono quelle coppie bellissime, matrimoni importanti che danno piena visibilità al vostro lavoro. Ecco, questo è quello che vale la pena di sottolineare ed enfatizzare. Scegliete di raccontare i lavori che più vi assomigliano, quelli che visti da una nuova coppia possono portarvi clienti analoghi, con cui vi sentite a vostro agio e che stilisticamente sono coerenti con voi.

    Il consiglio più grande che scegliamo di darvi oggi è questo: provate a scindere le questioni, tra quello che vi dà da mangiare e quello che volete raccontare. E scegliete i matrimoni come una calamita: guardate quelli passati e chiedetevi se vi piacerebbe una coppia come quella con cui avete finito di lavorare.

    E voi come vi muovete, raccontate tutti i matrimoni che fate o avete imparato a scegliere cosa pubblicare?

  • Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *