In questi giorni è capitato che qualcuno ci chiedesse perché spigiamo tanto il servizio di Digital Strategy, quando in questo momento sarebbe più facile proporre “solo” social media management.
Potremmo spiegartelo in modo complesso o più markettaro, ma abbiamo scelto di farlo attraverso una storia semplice.
Come si cucina la pasta?
Se dovessi insegnare a un americano a cucinare la pasta con il pesto, gli insegneresti in generale come si cucina la pasta, come dosare acqua e sale, come gestire il tempo di cottura e scolarla o gli daresti già la pasta pronta e gli diresti come condirla?
Certo, c’è chi conosce già come si fa la pasta e come piace a lui, allora basta solo aggiungere la parte dei condimenti, ma per chi si cimenta per la prima volta, è bene partire dall’inizio. Da come si fa la pasta e come si fa a sapere se è buona.
E come si fa una digital strategy?
La strategia è la stessa cosa: è un modus operandi, un modo di tracciare la via ma anche di imparare a mettersi all’ascolto, essere ricettivi ai segnali, capire qual é il proprio pubblico e come è più corretto approcciarsi a lui.
La strategia è quella cosa che resta anche quando la reach di Facebook crolla, Instagram inserisce le Stories e ogni volta sembra che ci sia qualcosa di nuovo da imparare (e di vecchio che cambia). E che fatica!
Ma mi serve veramente?
Il punto è proprio questo: se hai una buona strategia di comunicazione digitale, hai capito chi è il tuo cliente ideale e come relazionarti con lui, puoi imparare a usare nuovi strumenti e adattare la tua strategia.
Se però non hai mai avuto una strategia, hai cavalcato quegli strumenti perché andava di moda farlo, ora ti trovi presa alla sprovvista davanti a questi cambiamenti e ti chiedi su quali canali puntare, per avere un buon successo. E come lo misuri, un buon successo?
Se hai una buona strategia lo sai. E per buona non intendo né perfetta né valida da qui all’eternità, ma valida ora, per il tuo cliente ideale e per i tuoi obiettivi di business.